01.09.05 – Scoperta di Ariel, Umbriel


L’8 dicembre 1828 Challis lesse alla Cambridge Philosophical Society un lavoro in cui estendeva la legge di Bode ai sistemi di satelliti: “On the Extension of Bode’s Empirical Law of the Distances of the Planets from the Sun to the Distances of the Satellites from their respective Primaries”, Transactions of the Cambridge Philosophical Society3, (1830) p. 177-183. Nel caso di Urano, concluse che le distanze dei 6 satelliti considerati da W. Herschel si accordavano bene con una legge empirica, e ciò ne confermava l’esistenza.

{A-0022.0003_.0000.18300000-0171_0183} p. 179  Gli astronomi hanno dubitato dell’esistenza dei quattro altri satelliti. Questa legge singolare, che il grande scopritore di Urano e dei suoi satelliti ha aiutato a stabilire, reciprocamente conferma il valore e la correttezza delle sue osservazioni.

Le osservazioni non confermarono le sue conclusioni. Il gigantesco strumento da 40 piedi realizzato da Sir William era così difficile da gestire che raramente riuscì ad usarlo; il suo preferito era quello da 20 piedi, che lasciò in eredità al figlio John, e rimase il più grande al mondo sino alla fine degli anni 1840. Nel 1828 John Herschel riuscì per la prima volta dopo la morte del padre a vedere i due satelliti più luminosi con il 20-piedi, ma non gli altri. Quei due satelliti, comunque, rimanevano una questione di famiglia, e associati a quell’unico strumento. Memoirs of the Royal Astronomical Society8, (1834) {A-0009.0008_.0000.18350000-0001_0024} p. 1

La situazione cambiò quando gli osservatori iniziarono ad attrezzarsi di rifrattori forniti di obiettivi eccellenti, che davano ottimi risultati, pur con aperture non enormi. Nel 1837 Johann Lamont, direttore dell’Osservatorio di Monaco, studiò il sistema di Urano (con un rifrattore da 10 pollici) allo scopo di calcolare la massa del pianeta dal moto dei satelliti. Mentre osservò per la prima volta dopo Herschel i due satelliti oggi chiamati Titania e Oberon, il 1° ottobre 1837 gli parve di scorgere un’altro oggetto, che ipotizzò trattarsi del satellite più esterno ipotizzato da Herschel: Memoirs of the Royal Astronomical Society11, p. 51 (1844) {A-0009.0011_.0000.18400000-0051_0060} p. . Oggi sappiamo che un satellite del genere non esiste.

Sembra che Otto Struve abbia iniziato ad osservare i satelliti di Urano nel 1845, con il rifrattore Merz da 15 pollici dell’Osservatorio di Pulkovo. Una sua lettera a G.B.Airy (27 marzo 1847), conservata negli Airy Archives del Royal Greenwich Observatory e mai pubblicata, riporta:

Ho continuato ad osservare i satelliti di Urano e Nettuno il più regolarmente che ho potuto. Dei due principali satelliti di Urano ho ottenuto ora un sufficiente numero di buone misure per tentare una nuova, io spero, esatta deduzione degli elementi del loro moto e della massa del pianeta. Il terzo satellite è stato visto varie volte da me e sono state prese alcune buone misurazioni. Ciò nonostante, il numero di queste misure è ancora troppo piccolo per fornire esatti valori degli elementi. Nell’ultimo autunno l’ho visto due o tre volte in una direzione opposta a quella in cui lo vidi costantemente l’anno prima.

Quindi, Struve avrebbe visto questo satellite nel 1845, 1846 e 1847, ma, nel comunicare le sue osservazioni dei satelliti in una sua lettera (17 dicembre 1847) all’editore di Astronomische Nachrichten, pubblicata in vol. 26, No. 623, (1848) {A-0073.0026_.0623.18480117-0365_0366} p.365  e anche in M.N.R.A.S.8, (fascicolo del 14 gennaio 1848) {A-0075.0008_.0003.18480114-0044_0047} p.44-47  iniziò il suo resoconto dall’autunno 1847. Secondo queste relazioni, dopo essersi per due volte ingannato scambiando una stella per un satellite, l’8 ottobre 1847 osservò un’oggetto, con un moto incompatibile con quello di una stella, e ne misurò 5 posizioni. Solo recentemente si è potuto accertare che si trattava in effetti del satellite oggi chiamato Ariel, che sarebbe stato annunciato da Lassell solo nel 1851. Nei mesi seguenti Struve raccolse altre osservazioni di quello che ipotizzò essere lo stesso oggetto: il 1° novembre gli apparve più visibile dei satelliti I e II di Herschel, che erano molto vicini fra loro; il 28 novembre era visibile quasi come I; il 9 dicembre gli apparve a sprazzi, anche se lo misurò; il 10 dicembre si vedeva bene come II, anche se era più debole di I.

Cosa strana, osservò questo presunto terzo satellite sempre a sud del pianeta (ma attribuì questo fatto alle cattive condizioni climatiche dopo l’8 ottobre, quando l’oggetto avrebbe dovuto mostrarsi a sud). Struve cercò di stimare l’orbita dell’oggetto, trovando un semiasse di circa 17″ ed un periodo di 3d22h10m; si disse convinto che si trattasse di uno dei misteriosi satelliti addizionali di Herschel, anche se questi aveva stimato un periodo di 5d21h25m (tuttavia, semplicemente applicando la terza legge di Keplero ad un semiasse rozzamente stimato). Anticipo che oggi queste osservazioni non risultano purtroppo associabili con i satelliti conosciuti. In M.N.R.A.S.8, (fascicolo del 10 marzo 1848) {A-0075.0008_.0005.18480310-0139_0139} p. 139  apparve l’estratto di una lettera di Struve ad Airy, in cui comunicava il termine delle sue osservazioni dei satelliti di Urano per quella stagione. Disse di aver visto il terzo satellite solo un’altra volta, il 25 gennaio 1848; ipotizzò che esso presentasse delle grandi variazioni di luminosità. Dato il comportamento di Giapeto, quella delle variazioni di splendore era diventata una scusa comoda per giustificare il fatto di non riuscire a vedere un satellite nel punto previsto, piuttosto che ammettere che forse lì non c’era.

Nell’autunno del 1845 Lassell occasionalmente osservò un debole oggetto, che suppose essere un satellite. Il 5 ottobre 1845 Dawes compì delle osservazioni insieme a Lassell a Starfield, con il riflettore da 20 piedi; coprendo il pianeta con una barra, videro costantemente un oggetto, di cui misurarono indipendentemente angoli di posizione differenti solo di 3° {A-0075.0008_.0005.18480310-0135_0138} p. 137  . Per qualche ragione, Lassell non compì altre osservazioni di Urano sino all’autunno del 1847: M.N.R.A.S.8, (fascicolo del 14 gennaio 1848) {A-0075.0008_.0003.18480114-0043_0044} p. 43  . Osservò bene Titania e Oberon, rilevandone l’orbita apparente ellittica attorno al pianeta, e stimò la posizione di due altri oggetti, che sospettò essere il satellite inferiore e quello intermedio di quelli ipotizzati da Herschel. Oltre tutto, la parte del cielo in cui aveva visto Urano il 6 novembre fu attentamente esaminata il giorno 8, senza riuscire a vedere alcuna stella nelle posizioni in cui aveva misurato i 4 satelliti.

In M.N.R.A.S.8, (fascicolo del 10 marzo 1848) {A-0075.0008_.0005.18480310-0135_0138} p. 135-138  Dawes discusse le osservazioni di Lassell e Struve, stupendosi del fatto che il primo vide qualcosa sempre a nord di Urano e il secondo sempre a sud. Rimisurò i disegni fatti da lui e Lassell, trovando che le misure stampate per il 14 settembre erano sbagliate, e trovò che il satellite osservato più volte da Lassell non era mai stato visto da Struve. Inoltre. Dawes collegò le osservazioni del 5 ottobre 1845 con quelle del 1847, deducendo l’esistenza di un satellite con un periodo di 2d2h39m36s e un semiasse di 12″, diverso da quello segnalato da Struve (con un semiasse di 18″). Inoltre, l’oggetto osservato da Lassell il 6 novembre 1847 probabilmente era un terzo satellite, con un semiasse di 15″. Come se ciò non bastasse, studiando l’osservazione di Lassell del 27 settembre 1845, la trovò compatibile con un periodo di rivoluzione di 3d22h8m35s, per cui ritenne altamente probabile che il satellite osservato da Mr. Lassell il 27 settembre 1845, sia lo stesso di quello osservato da Mr. O. Struve.

Questa volenterosa ricostruzione era però basata su dei dati estremamente precari. I disegni di Lassell erano piuttosto rozzi, grandi circa 4 cm, con il pianeta rappresentato come un circoletto di 4 millimetri, i punti cardinali segnati con delle linee tracciate a mano, senza righello; i disegni di Dawes erano grandi la metà. Oggi si può solo ipotizzare che l’osservazione del 27 settembre 1845 si riferisse ad Ariel.

Il 3 novembre 1851 Lassell inviò alla Royal Astronomical Society una lettera che finalmente conteneva una scoperta sicura – M.N.R.A.S.11, (supplemento):

{A-0075.0011_.0009.18510714-0248_0248} p. 248 (fig. p. 247) Sono ora pienamente in grado di annunciarvi la mia scoperta di due nuovi satelliti del pianeta Urano. Io li vidi per la prima volta il 24 ottobre con una forte persuasione che fossero realmente attendenti del pianeta, e ottenni ulteriori osservazioni di essi il 28 e 30 ottobre e anche la scorsa notte. Le osservazioni erano tutte perfettamente soddisfatte con un periodo di rivoluzione di quasi esattamente quattro giorni per il più esterno, No.2, e 2.5 giorni per il più vicino, No, 1. Essi sono quindi considerevolmente entro il più vicino dei due satelliti brillanti, e anche entro il primo satellite di Sir William Herschel, a cui egli assegnò un periodo di 5 giorni e 21 ore, ma questo satellite non sono ancora riuscito a riconoscerlo. Questi nuovi satelliti sono oggetti molto deboli, probabilmente molto meno della metà della luminosità di quelli cospicui, e generalmente il più vicino è apparso il più luminoso. Tutti e quattro furono visti costantemente in un solo colpo con l’equatoriale da 20 piedi con un ingrandimento 778 nei momenti più tranquilli di atmosfera. La migliore definizione del pianeta e la libertà da tutta la luce diffusa nel campo di vista, è necessaria per esaminare questi minutissimi e delicati oggetti.

Il 4 novembre Lassell diede la notizia in Astronomische Nachrichten {A-0073.0033_.0783.18511121-0259_0260} p. 259  , e l’11 novembre all’Astronomical Journal p. 70  . Il 13 novembre scrisse una lettera pubblicata in M.N.R.A.S.12, {A-0075.0012_.0001.18511114-0015_0017} p. 15-16  . Dopo aver stimato dei nuovi periodi di 2.506 giorni e 4.150 giorni, Lassell scrisse:

{A-0075.0012_.0001.18511114-0015_0017} p. 15  Può essere necessario, tuttavia, dire una parola in riferimento a quelli di M. Otto Struve, e invero alle mie stesse prime osservazioni di un satellite interno, o di satelliti. Confesso che non avevo mai ritenute le mie osservazioni sufficientemente collegate e definite per essere degne della ingegnosissima ed elaborata discussione data dal mio amico Mr. Dawes sulla base (in congiunzione con le osservazioni di M. Struve) di una supposizione del periodo dei tre satelliti interni. E, invero, nelle memorie di entrambe questi distinti astronomi, varie supposizioni sono necessariamente introdotte per rendere conto di quelle che sarebbero state altrimenti delle osservazioni inconciliabili.
Non posso, per la verità, asserire che Urano non abbia satelliti interni oltre questi due; ma ma io mi sento molto confidente, che se essi esistono, devono essere molto più deboli sia di 2 che di 1 (che ora io osservo bene in buone circostanze) o essi non sarebbero sfuggiti di essere notati da me. Mi appare che la più probabile ipotesi per spiegare le osservazioni di M. Otto Struve e le mie stesse precedenti, è concludere che noi a volte osservammo un satellite e a volte l’altro; specialmente siccome 1 è generalmente più brillante di 2, e se vicino alla sua massima elongazione può essere visto quando 2 diversamente situato sarebbe invisibile. Questo spiegherebbe la difficoltà di riconciliare le osservazioni.

In un’altra lettera (29 novembre 1851), stampata nella pagina seguente, diede ulteriori dettagli sulle osservazioni, stupendosi della loro continuità. La sua nota su Astronomische Nachrichten34, No. 812, {A-0073.0034_.0812.18520621-0325_0328} p.325-328  contenne l’atto di battesimo di tutti e quattro i satelliti:

{A-0073.0034_.0812.18520621-0325_0328} p.325  In queste tavole ho per facilità di riferimento usato una nomenclatura dei satelliti di Urano proposta su mia richiesta da Sir John Herschel e scelta da esso dalla mitologia delle fate. Il più distante dei due brillanti satelliti scoperti nel 1787 da Sir W.Herschel è denominato Oberon, l’altro Titania, e, proseguendo secondo l’ordine di distanza, quelli interni ora scoperti sono chiamati Umbriel e Ariel.

Nel 1900 Mr. Forgan, della British Astronomical Association, chiese maggiori dettagli sull’origine dei nomi alla figlia di William Lassell, Miss Jane, ottenendo solo pochi particolari [The Observatory23, p. 104 (1900)]:

{A-0072.0023_.0289.19000200-0104_0104} p. 104 In risposta alla vostra domanda sul motivo perché uno dei satelliti di Urano fu chiamato “Umbriel”, io posso dire che il nome fu dato da Sir John Herschel, a cui mio padre si rivolse, perché ci fosse qualche distinzione per separare questi satelliti da quelli che Sir W. Herschel aveva supposto di scoprire, in quanto i loro periodi non concordavano con nessuno dei quattro mappati da Sir William.
Sir John si soffermò sui nomi Umbriel e Ariel perché sono difficili da vedere, e uno è molto più scuro dell’altro. Non ho dubbio che il nome fu preso dalle opere di Pope, ma non mi ricordo con sicurezza quale fosse. Ad ogni modo, i due nomi si accordano totalmente con i due satelliti, e i loro nomi sono del tutto di classe simile. – Jane Lassel.

Posso tentare di completare le informazioni mancanti, anche se non so come fu discussa la questione (a viva voce, o per lettera). È probabile che Herschel si sia rivolto a personaggi letterari anche perchè la mitologia classica non gli dava appigli: i personaggi mitologici collegati a Urano sono i suoi figli, che però erano già stati associati ai satelliti di Saturno. Ma io penso che anche la “favolosa” impresa di scoprire i nuovi satelliti abbia indirizzato Herschel verso dei personaggi fatati. I satelliti scoperti dal padre nel lontano 1787 furono chiamati Titania ed Oberon: si tratta della regina delle fate (queen of the fairies) e del re degli elfi (king of the fairies) in “A Midsummer Night’s Dream” (Sogno di una notte di mezza estate) di William Shakespeare. Herschel attinse gli altri due nomi da quell’opera che Miss Jane non aveva saputo identificare, il poemetto eroicomico di Alexander Pope “The Rape of the Lock” (Il riccio rapito).

Ariel è un silfo che protegge l’eroina, la leggiadra dama Belinda:

This erring Mortals Levity may call,
Oh blind to Truth! the Sylphs contrive it all.
Of these am I, who thy Protection claim,
A watchful Sprite, and Ariel is my Name.
Leggerezza i fallaci mortali la chiamano,
oh ciechi innanzi al Vero! i Silfi tutto dispongono.
Uno di questi son io, che intende proteggerti,
spirito custode, e Ariele è il mio nome.

Ma Ariel fallisce: non riesce ad evitare l’affronto di uno spasimante respinto, che taglia un ricciolo di capelli alla dama. I silfi abbandonano la povera Belinda in preda allo sconforto. Il crudele gnomo Umbriel si precipita nelle profondità della Terra a prelevare la malinconia:

For, that sad moment, when the Sylphs withdrew,
And Ariel weeping from Belinda flew,
Umbriel, a dusky melancholy Spright,
As ever sully’d the fair face of Light,
Down to the central Earth, his proper Scene,
Repair’d to search the gloomy Cave of Spleen.
Poichè, nel triste momento, quando i Silfi si ritrassero,
e Ariele piangendo da Belinda s’involò,
Umbriel, uno scuro melanconico spiritello,
fra quanti mai offuscarono il luminoso volto del giorno,
giù al centro della Terra, il suo naturale sfondo,
riparò in cerca del tenebroso antro di Malinconia.

Ariel è anche un personaggio della commedia di Shakespeare “The Tempest” (La Tempesta): uno spirito dell’aria (an airy Spirit) assoggettato da Prospero, esule su un’isola con la figlia Miranda. Tuttavia, appare evidente che J. Herschel si sia ispirato al silfo di Pope. Il satellite meno luminoso fu associato al personaggio cattivo, oscuro (“Umbriel”, il nome dice tutto). Pope in alcuni versi qualificò sia Ariel che Umbriel come degli ‘spiriti’, e si può pensare che Lassell abbia ispirato questa parola a Herschel descrivendo i suoi sforzi per venire a capo delle sporadiche apparizioni dei satelliti.

Lassel, dopo osservazioni condotte a Malta nel 1864 si convinse che Urano non aveva più di 4 satelliti, e che W.Herschel era stato ingannato da stelle telescopiche. Ecco cosa scrisse in Astronomische Nachrichten63, No. 1512, p. 372 (fascicolo del 28.1.1865):

{A-0073.0063_.1512.18650128-0369_0378} p. 373 Siccome io in assenza di Luna, e nelle più favorevoli circostanze atmosferiche, ho cercato diligentemente altri satelliti, senza essere stato in grado neppure di sospettarne qualcuno, aiutato oltretutto dall’accurato esame del mio amico e assistente Mr. Marth; io ho la più completa convinzione, che i due per la prima volta scoperti da Sir William Herschel nel 1787, comunemente noti come i satelliti luminosi,- e questi due, sono tutti quelli la cui esistenza sia stata provata in qualche modo. Sono anche persuaso, che se ne esistono degli altri, devono essere sensibilmente più deboli del più debole di questi; a meno che, come ho supposto nel caso di Nettuno, ci possa essere un satellite remoto con orbita eccentrica, con un periodo di almeno tre o quattro mesi, che, nella affollata parte del cielo dove il pianeta si trova ora, sarebbe molto difficile da scoprire. Per la verità osservando il pianeta dove ora è situato, dovremmo essere molto frequentemente imbarazzati nel riconoscere i satelliti, per la presenza di numerose stelle minute, se non fossimo diretti alle loro posizioni approssimate da un’effemeride preparata in precedenza.
Da tutta la mia esperienza nell’esame dei satelliti di questo pianeta, non posso sfuggire dalla conclusione che le osservazioni di Sir William Herschel, come altre precedenti di satelliti presunti, debbano essere state in realtà di piccole stelle, che in ogni telescopio in grado di mostrare i veri satelliti bene, appaiono accompagnarlo piuttosto di frequente nella maggior parte dei cieli. Mi sento quindi tentato di esprimere l’opinione che in tutti i futuri Trattati di Astronomia debba essere assegnato il giusto numero di satelliti conosciuti a questi due pianeti – cioè a Urano quattro, e a Nettuno uno. Noto, che recentemente è stato pubblicato in Francia, un popolare Trattato di Astronomia, magnificamente illustrato e generalmente ben scritto, che assegna a Urano otto satelliti, e a Nettuno 2.
Può essere degno notare che il prossimo marzo, Urano sarà quasi esattamente nella stessa posizione in cui era quando fu per la prima volta scoperto – avendo completato esattamente una rivoluzione siderale.

Riguardo al libro incriminato, penso che sia “Astronomie Populaire” di Arago (opera postuma, seconda edizione 1865) che nel Vol II riporta proprio quei dati: {B-0064.02_.1865} p. 46

Nel 1874 l’astronomo americano E.S.Holden, allora all’U.S.Naval Observatory, discusse le osservazioni di Herschel, Struve e Lassell in “On the Inner Satellites of Uranus”, Monthly Notices of the Royal Astronomical Society 35 (1874). Sulla base delle osservazioni di Lassell (in Memoirs of the Royal Astronomical Society , 36) e quelle compiute per cinque mesi con il rifrattore Alvan Clark all’U.S.Naval Observatory, Holden escluse l’esistenza dei satelliti III, V e VI di Herschel, e si limitò alle discussione del suo satellite I. Trovò che forse Herschel aveva percepito Umbriel il 18 gennaio 1790, 20 gennaio 1790 e 17 aprile 1801, e Ariel il 27 marzo 1794. Soprattutto il caso dell’osservazione del 1801 fu notevole: Herschel aveva stimato P=189°, D=18″ mentre le effemeridi di Newcomb, basate sugli elementi di Lassell, indicavano P=191°27′, D=21″.18, per cui:

{A-0075.0035_.0001.18741113-0016_0022} p. 20  Possiamo quindi concludere che il vecchio Herschel fu in verità lo scopritore di Ariel e Umbriel, così come di Titania e Oberon, ma che sfortunatamente non riuscì ad identificare i satelliti interni perchè il suo telescopio non potè mostrarli in due notti successive.

Holden scrisse che al ritorno di Watson e C.H.F.Peters dalle spedizioni per l’osservazione del transito di Venere sperava di poter intraprendere l’esame delle piccole stelle visibili intorno ad Urano nel 1787-1801 per mezzo delle loro accurate mappe stellari, allo scopo di dimostrare che i satelliti III, V e VI di Herschel erano stelle fisse. Holden trovò che Lassell aveva osservato Ariel il 14 e 27 settembre 1847 (e forse il 29), e il 6 novembre dello stesso anno; Umbriel era stato visto il 1° ottobre 1847. Struve forse aveva visto Umbriel il 1° novembre e il 10 dicembre 1847.

Questa analisi di Holden fu letta in parte al Meeting della Royal Astronomical Society il 13 novembre 1874, e Lassell esaminò la bozza dell’articolo prima della stampa, scrivendo una replica (27 novembre 1874), che fu stampata subito dopo l’articolo di Holden:

{A-0075.0035_.0001.18741113-0022_0027} p.24  Ma dopo l’intervallo di più di 60 anni, durante il quale i più competenti telescopi esistenti, compreso il recentemente eretto rifrattore da 26 pollici dell’Osservatorio di Washington, sono stati usati nella ricerca, nessuno di questi quattro [satelliti presunti] è stato verificato. Quindi io chiedo – è ammissibile dichiarare per Sir William Herschel “che fu in verità lo scopritore di Ariel e Umbriel” – satelliti più vicini ad Urano del più vicino dei quattro supposti da Herschel, e quindi più difficili da vedere- mentre tutti i quattro che pensava di aver scoperto sono risultati essere solo immaginari?
p.27  Infine, è ovvio che la mia successiva scoperta con può né togliere né aggiungere dal valore intrinseco delle osservazioni di Sir William Herschel; e quindi se esse realmente bastano a rivelare l’esistenza di Umbriel e Ariel, e mostrare le loro posizioni nel sistema Uraniano, perché Sir William Herschel, nel lungo intervallo fra la prima e la seconda memoria, non dedusse logicamente e quindi provò la loro esistenza? E in sua mancanza, perché non fece il lavoro qualche altra mano durante il mezzo secolo prima della mia scoperta?

Nel libro “Sir William Herschel: His Life and Works”, Charles Scribners and Sons, New York (1881) Holden ammorbidì le sue posizioni.

{B-0105.00_.1881} p. 143  Non fu che nel 1834 che persino Oberon e Titania furono ancora osservati (da Sir John Herschel) con un telescopio da 20 piedi, simile a quello che li aveva scoperti, e solo nel 1847 che fu conosciuto il vero stato del sistema, quando Mr. Lassell scoprì Ariel e Umbriel, due satelliti interni a Titania, nessuno dei quali era il satellite “interno di Herschel. Nel 1848 e anni seguenti Mr. Lassell, con l’aiuto di telescopi costruiti da sè, stabilì pienamente il fatto che esistevano solo quattro satelliti.
Nel 1874 io esaminai le osservazioni di Herschel del suo supposto satellite “interno”, pensando che fosse possibile che fra i pochissimi barlumi di esso che egli registrò, alcuni avrebbero potuto appartenere ad Ariel e alcuni a Umbriel, e che combinando rare e quasi accidentali osservazioni di due satelliti che realmente esistevano, egli fosse arrivato ad annunciare l’esistenza di un satellite “interno” che di fatto non esisteva. Io penso che sia così.
Il 17 aprile 1801, Herschel descrisse un satellite interno nell’angolo di posizione 189°, distante 18″ dal pianeta. A quell’istante Umbriel, uno dei satelliti di Mr. Lassell, era in posizione 191°, e distante 21″ da Urano, nella posizione più favorevole per vederlo. L’osservazione del 27 marzo 1794 può riferirsi ad Ariel. Al massimo l’investigazione è solo di interesse passeggero, e non ha nulla a che fare con la questione della scoperta dei satelliti. Herschel scoprì quelli più brillanti, e fu solo sessanta anni più tardi che essi furono propriamente riosservati da Lassel, che ha il grande onore di averne aggiunti altri, e che per primo sistemò la dibattuta questione del satellite esterno a Urano, e questo con un telescopio riflettore fatto da sè, che è ineguagliato da un altro delle sue dimensioni.

Curiosamente, la memoria di Holden del 1874 fu ristampata nello stesso anno in cui apparve questo libro, in Smithsonian Miscellaneous Collections, 20 (1881) {A-0023.0020_.0000.18810000-0030_0036 appendix}  ; così, entrarono in circolazione due opposte opinioni di Holden, che deve esserne rimasto imbarazzato. Siccome Holden era antipatico a molte persone, non si può escludere che un suo nemico abbia ottenuto la ripubblicazione del vecchio articolo sapendo che stava per uscire un libro con conclusioni opposte. Si dice che lo stesso Holden sarebbe stato capace di simili atti, nei confronti dei suoi rivali.

Per avere una nuova analisi della scoperta di Ariel ed Umbriel bisognò aspettare quasi un secolo. Nell’articolo “Discoveries of Ariel and Umbriel”, Astronomy & Space 3 (1973), pp.26-40, lo studioso americano Dennis Rawlins confermò l’ipotesi di Holden che Herschel avesse osservato Umbriel già il 17.4.1801. L’articolo fu ristampato (corretto per l’omissione di una tabella) e distribuito al congresso per il bicentenario di Urano, organizzato dalla IAU e dalla Royal Astronomical Society nel 1981 a Bath; i lavori furono pubblicati in “Uranus and the Outer Planets” (1982). L’argomento fu trattato anche in Science News111 (1977), p.259 e Science News112 (1977), p.83. Charles Kowal all’Oss. M. Palomar confermò fotograficamente che nella posizione di Umbriel per il giorno 17.4.1801 non c’erano stelle di simile splendore.
Rawlins trovò inoltre che Struve aveva visto Ariel l’8 ottobre 1847 (un’osservazione non discussa da Holden, ma che John Herschel aveva considerato come una riscoperta di Umbriel) ma forse la prima osservazione di Ariel era stata compiuta da Lassell il 27 settembre 1845. Resta però il caso delle osservazioni del 1845, citate da Struve solo in una lettera.