01.09.03 – Scoperta di Iperione


Nella prima parte del 1800 si conoscevano 7 satelliti di Saturno: 1 scoperto da Christiaan Huygens, 4 da Gian Domenico Cassini, 2 da Friederich Wilhelm Herschel. Nessuno degli scopritori aveva pensato di attribuire dei nomi specifici per ognuno degli oggetti, per cui erano entrate in uso delle denominazioni ufficiose, come Saturno I, Saturno II, ecc. Ma gli astronomi non erano concordi sull’ordine con cui assegnare le numerazioni, per cui potevano nascere degli equivoci. In “Results of astronomical observations Made during the years 1834, 5, 6, 7, 8 at the Cape of Good Hope” (1847) John Herschel propose i nomi tuttora in uso.

{B-0052.00_.1847} p. 415  Nella nomenclatura usata sopra, i satelliti sono contati verso l’esterno dal centro, in numero di sette; ma siccome questa pratica non è ancora diventata generale fra gli astronomi*, e siccome ho trovato l’equivoco di fatto fastidioso, ed una fonte di frequente errore e fraintendimento, ho usato per mia propria convenienza, e continuerò a farlo in quanto segue, una nomenclatura mitologica, che, tuttavia, non ho la pretesa di raccomandare all’adozione di altri, anche se sono persuaso che una qualche nomenclatura diversa da quella ambigua in uso ora, sarà trovata necessaria da tutti quelli che osservano questi corpi. I nomi che ho scelto sono come segue:** vale a dire, per
Il satellite esterno, scoperto da Cassini ……………. Iapetus.
Il satellite brillante, scoperto da Huygens ………… Titan.
L’esterno dei tre satelliti, scoperti da Cassini ……. Rhea.
L’intermedio di questi tre, scoperti da Cassini ….. Dione.
L’interno di essi, scoperto da Cassini ………………. Tethys.
L’esterno dei due scoperti da Sir W. Herschel …… Enceladus.
L’interno e più piccolo di tutti …………………………. Mimas.

* Vedi l’articolo e le tavole del Dr. Lamont del “sesto” satellite (Astronom. Nachr. No. 316), intendendo il secondo.

** Siccome Saturno divorò i suoi figli, non si può radunare la sua famiglia attorno ad esso, sicchè la scelta si posa sui suoi fratelli e le sue sorelle, i Titani e le Titanesse (vedi Lemprière). Il nome Iapetus mi sembrò indicato dall’oscurità e distanza del satellite esterno, Titano dalla dimensione superiore dell’Huygeniano, mentre i tre appellativi femminili classificano insieme i tre satelliti intermedi Cassiniani. I minuti satelliti interni mi sembrarono appropriatamente caratterizzati da un ritorno agli appellativi maschili, scelti fra una prole più giovane e inferiore (anche se ancora superumana). Se esistesse un ottavo satellite, la confusione della vecchia nomenclatura diverrebbe del tutto intollerabile. Non sono a conoscenza che un satellite distante di Giove (analogo a Iapetus e alla nostra Luna) sia mai stato cercato. Non varrebbe la pena di cercarlo?

William Lassell prese molto favorevolmente questa nomenclatura, e se ne fece immediatamente promotore [Monthly Notices of the Royal Astronomical Society8, (12.11.1847) :

{A-0075.0008_.0003.18480114-0042_0043} p. 42  È deprecabile che, siccome la scoperta dei due satelliti più vicini di Saturno è stata fatta in un periodo molto dopo che divennero noti gli altri cinque, è difficile, riferendosi agli individui, citarli con dei numeri che indichino, esplicitamente e senza ambiguità, quale satellite si intende. Sir John Herschel, vedendo questa difficoltà, ha inventato e pubblicato nelle sue Cape Observations una nomenclatura che completamente li rimuove, e inoltre  manterrà la sua precisione anche nel caso in qui vengano scoperti altri satelliti in avvenire. Egli diede un nome proprio a ciascuno di essi, e, iniziando con quello più vicino a Saturno, li designò così: Mimas, Enceladus, Tethys, Dione, Rhea, Titan, e Japetus. Io non posso che ritenere questa nomenclatura un grande miglioramento, e degna di accettazione generale.

Lo stesso Herschel junior tornò su questi nomi in tutte le edizioni del suo celebre testo “Outlines of Astronomy”. Ad esempio, dalla prima ed. (1849) [{bg} pp. 322-323]:

{B-0099.00_.1849} p. 322 Una considerevole confusione prevale nella nomenclatura del Sistema Saturniano, dovuta al fatto che l’ordine della scoperta non coincide con quello delle distanze. Gli astronomi non si sono ancora messi d’accordo se chiamare i due satelliti interni il 6° e il 7° (contando verso l’interno) e i più vecchi il 1°, 2°, 3°, 4° e 5°, contando verso l’esterno; o cominciare con il più interno e contare verso l’esterno, da 1 a 7.  Si è tentato di ovviare a questa confusione con una nomenclatura mitologica, in consonanza con quella che alla lunga è completamente stabilita per i pianeti primari.
Prendendo i nomi delle divinità Titaniane, il seguente pentametro offre una facile memoria artificiale, cominciando con quello più distante.

Iapetus, Titan; Rhea, Dione, Tethys; (pron. Tĕthys)
Enceladus, Mimas

Secondo la mitologia greca, dagli dei primordiali (Urano, il Cielo, e Gea, la Terra) nacquero i Titani, raffigurati come esseri giganteschi. Secondo la tradizione meglio accertata, i Titani erano 6 maschi (Oceano, Iperione, Coio o Ceo, Cronos, Giapeto, Crio) e 6 femmine (“Titanidi” o “Titanesse”) (Teti, Tea, Febe, Rea, Temi, Mnemosine). Cronos (che i Romani identificarono con il loro Saturno) si ribellò al padre Urano e lo evirò, nominandosi re degli dei. Dalle gocce di sangue del padre nacquero degli esseri enormi, i Giganti. Cronos, presa per moglie la sorella Rea, divorò tutti i suoi figli, poiché una profezia aveva detto che uno di loro lo avrebbe spodestato. Ma Rea mise in salvo Zeus (che i Romani identificarono con Giove) che, una volta cresciuto, sconfisse il padre (a cui fece vomitare i fratelli) e gli altri Titani ed i Giganti, e creò con i fratelli la dinastia degli dei dell’Olimpo. In dettaglio:

  • Mimas o Mimante (gr. Μίμας; lat. Mimās o raramente Mimans). È uno dei Giganti che combatté contro Zeus. Venne fulminato da Zeus oppure ucciso da Efesto, che gli scagliò contro proiettili metallici resi incandescenti a contatto con il fuoco.
  • Enceladus (gr. Ενκέλαδος; lat. Encélădus-i). Rappresentato come un mostro orribile, fu il più feroce dei Giganti che combatterono contro Zeus. Questi, dopo averlo stordito con un fulmine, lo colpì e sotterrò con l’Etna, le cui fiamme sono generate dal suo respiro. Secondo altre versioni, Atena lo schiacciò e la terra accumulata su di esso divenne la Sicilia.
  • Tethys (gr. Τηϑύς; lat. Tethys-Tethyos). È la più giovane delle Titanidi, figlie di Urano e Gaia, e sorelle dei Titani. Sposò il fratello Oceano, e generò migliaia di fiumi e di Oceanine.
  • Dione (gr. Διώνη; lat. Dióne-es o Diona-ae). Una delle dee della prima generazione divina, Titanide oppure Oceanina. Secondo una tradizione sarebbe stata la madre di Afrodite.
  • Rhea (gr. Ῥεία o Ῥέᾱ; lat. Rhea-ae). Una delle Titanidi, figlie di Urano e Gaia, sposa di Crono e madre di Estia, Demetra, Era, Ade, Poseidone e Zeus. Quest’ultimo fu da essa salvato (mentre tutti gli altri erano stati ingoiati dal padre).
  • Titano (gr. Τιτάν; lat. Titan-Títanis o Titánus-i). I miti parlano genericamente dei Titani e delle loro sorelle (Titanidi). Secondo Ennio, uno dei figli di Urano e Gaia si sarebbe chiamato Titano, e avrebbe dato questo nome agli altri fratelli.
  • Giapeto (gr. Ίαπετός; lat. Iapĕtus-i). Uno dei Titani, figli di Urano e Gaia. Da una oceanina (Climene o Asia) ebbe quattro figli: Atlante, Menezio, Prometeo, Epimeteo. Con gli altri Titani, fu fatto precipitare da Zeus nel Tartaro.

Dopo non molto, anche William Lassell si cimentò nella scelta di un nome. Inviò a MNRAS la comunicazione “Discovery of a new Satellite of Saturn”, pubblicata nel supplemento al vol. VIII, No. 9, novembre 1848.

{A-0075.0008_.0009.18480000-0195_0197} p. 195 Comunicandovi i particolari inerenti alla scoperta di un ottavo satellite di Saturno, io adotterò i nomi propri proposti da Sir John Herschel per i sette satelliti noti finora, cioè Mimas, Enceladus, Tethys, Dione, Rhea, Titan, and Japetus, iniziando dal più vicino, e procedendo in ordine di distanza dal primario. Per il nuovo satellite io ho proposto, in conformità con questa nomenclatura, di chiamarlo Hyperion.
Il 18 settembre, mentre esaminavo il pianeta con l’equatoriale da 20 piedi, e cercavo Japetus (che mi aspettavo di trovare seguente il pianeta e non lontano dal piano dell’anello), notai due stelle esattamente nella linea dei satelliti interni. Non essendo certo a quel tempo quale delle due fosse Japetus (anche se la più interna delle due certamente sembrava troppo debole), feci un accurato disegno delle loro posizioni rispetto a Saturno, e anche ad alcune stelle nei dintorni.
La notte successiva, il 19, risultò buona, e fui stupito di trovare che le due stelle si erano entrambe mosse lontano dalle stelle fisse alle quali erano state riferite, e stavano ancora accompagnando Saturno; la più distante delle due si era anche mossa verso nord, in conformità con il moto orbitale di Japetus, mentre quella più vicina e debole, rimanendo precisamente nella linea dei satelliti inferiori, sembrava essersi leggermente avvicinata al pianeta.
Una considerazione di questo aspetto suggerì l’idea che la più distante fosse Japetus, e che la più vicina e debole dovesse essere un nuovo satellite di Saturno. Per verificare questo sospetto, presi le differenze di ascensione retta fra ciascuna e una stella fissa, e trovai che in 2h36m il sospetto satellite si era mosso verso est di 2s.46, e che in 1h24m Japetus (la cui indentificazione divenne allora certa) si era pure mosso verso est di 1s.27.
È vero che queste differenze sono un po’ più grandi di quanto sia consistente con il moto orbitale di Saturno, ma forse non più grandi di quanto sia consistente con i ragionevoli errori di osservazione durante un periodo così corto. Inoltre, siccome il sospetto nuovo satellite era situato precisamente nella linea dei satelliti interni ad esso, presi misure micrometriche della sua situazione in due epoche, distanti quatro ore, e fui soddisfatto dal fatto che durante quell’intervallo non ebbe luogo alcun cambiamento percettibile nella sua posizione nella linea dei satelliti.
Siccome il moto di Saturno verso sud nello stesso periodo ammontava a 18″, esso avrebbe dovuto lasciare il sospetto satellite ovviamente indietro se esso fosse stato una stella fissa. Non potei allora arrivare a nessun altra conclusione oltre a quella io avevo scoperto un satellite fino a quel momento non scoperto.
Mi dispiace che dal 19 settembre il tempo sia stato notevolmente sfavorevole. Ottenni una buona serie di misure dell’elongazione del satellite il 21, e due misure molto frettolose il 22, prese fra le nubi, che con una stima della sua elongazione il 18, sono tutti i dati che io ho finora ottenuto per la determinazione del periodo. Dopo l’ultima data il tempo è stato uniformemente nuvoloso. Se queste osservazioni possono essere ritenute degne di essere registrate fino a quando non potranno essere ottenute delle migliori, esse stanno così: *** Queste osservazioni, io penso, possono essere sodisfatte al meglio con un perido di circa 24 giorni, che può almeno servire come guida nella ricerca del satellite. La sua magnitudine è molto piccola, – forse non intrinsicamente grande come quella di Mimas, – anche se fu molto più facile da vedere, per la sua maggiore distanza dal pianeta.

Prima di mandare in stampa l’articolo, la redazione della rivista ottenne notizie di una scoperta indipendente, per cui fu aggiunta la nota: Il nuovo satellite fu, si dice, scoperto all’Osservatorio di Cambridge, U.S., il 16 settembre, ma non è stata ricevuta alcuna nota dal Professor Bond. La comunicazione attesa dalla rivista fu inviata da William Cranch Bond e pubblicata nel Vol 9, No. 1: “Discovery of a new Satellite of Saturn”, p. 1 (10.11.1848):

{A-0075.0009_.0001.18481110-0001_0002} p. 1 Siccome può essere interessante alla Society conoscere la prova indicante l’esistenza di un ottavo satellite di Saturno, io aggiungo, piuttosto in dettaglio, le nostre osservazioni su di esso.
Il 16 settembre, un punto di luce, una stella della 17a magnitudine, fu notata nel piano dell’anello di Saturno, fra Titan e Japetus, da Mr. G.P. Bond, ed introdotta da lui nel suo disegno dei satelliti e delle stelle nei dintorni. Il giorno dopo fu vista ancora situata in modo simile, e fu registrata anche da noi, con un dubbio espresso sul suo carattere. La ricorrenza di quasi lo stesso aspetto il giorno 19, ci indusse ad applicare il micrometro, con cui le seguenti misure furono ottente per l’oggetto in questione, che, per convenienza, designeremo con x *** Queste misure indicavano che il corpo sospetto prendeva parte al moto retrogrado di Saturno. Alle 13h30m, la distanza di x dal centro di Saturno fu 256″; x seguendo Saturno nella direzione del piano dell’anello.
Una mappa delle stelle nella traiettoria di Saturno, per le due notti seguenti, fu fatta per protezione contro gli errori. La sera del 20 risultò essere nuvolosa. Il 21 il nuovo satellte fu confrontato con una stella che lo seguiva, vicono al piano dell’anello…. La distanza di x dal centro di Saturno fu trovata essere, *** In ognuna di queste notti, con l’eccezione del 22, le osservazioni furono continuate abbastanza a lungo per identificare il satellite dal suo moto. La presenza della Luna ci impedì di ottenere altre osservazioni del nuovo satellite fino al 13 otobre, anche se perdemmo molto tempo ad osservare stelle accidentali, che  potevano essere distinte dal satellite solo perchè non prendevano parte del moto di Saturno. Il 13 ottobre fu ancora vista seguendo Saturno, *** Le precedenti posizioni sono approssimativamente soddisfatte da un tempo periodico di 21 giorni. L’orbita è circa coincidente con il piano dell’anello.
*** Siamo informati da Mr. Everett, che il nome scelto per il satellite scoperto da Mr. Bond è “Hyperion”. Mr. Lassell rimpiange, “che era stato completamente ostacolato dal tempo, che non era mai stato chiaro, eccetto che nelle notti di Luna”. Egli sospetta che Hyperion vari considerevolmente in luminosità.

Così, il famoso politico e scrittore americano Edward Everett testimoniò che i Bond non avevano neppure tentato di entrare in discussione sul nome del satellite, lasciando giustamente a Lassell l’onore di aver battezzato il satellite. Il nome Iperione, ovviamente, è quello tuttora in uso: gr. Ύπερίων; lat. Hyperíon-Hyperiónis. Uno dei Titani, figli di Urano e Gaia. Sposato alla sorella Teia, generò il Sole (Elio), la Luna (Selene) e l’Aurora (Eos). Omero applicò il suo nome al Sole stesso.

Per ulteriori dettagli sulle osservazioni dei Bond, vedi Annals of the Harvard College Observatory2, {A-0089.0002_.0000.18570000-0001_0136} p. 12  

John Herschel, a nome della Royal Astronomical Society, nella seduta del 9 febbraio 1849 conferì a Lassell la Medaglia Onoraria della Società: MNRAS9, p. 90-91:

{A-0075.0009_.0004.18490209-0087_0092} p. 90 Se io ho ragione nel principio che la scoperta consiste in una certa conoscenza di un nuovo fatto o di una nuova verità, una conoscenza fondata su prova positiva e tangibile, distinta da un semplice sospetto o congettura che un tale fatto esista, o che una tale proposizione sia vera – se io ho ragione di assegnare come momento della scoperta, il momento in cui lo scopritore è per la prima volta autorizzato a dire a se stesso, o ad uno spettatore, “sono sicuro che questo sia il fatto, – e io sono sicuro di esso, per questa e questa ragione”, ragioni successivamente accettate come valide quando la scoperta diviene nota e riconosciuta -, se, io dico, ho ragione nel principio (e realmente non ne posso trovare di migliore), allora io penso che la scoperta di questo satellite debba essere considerata datata dal 19 settembre scorso, e che sia stata fatta simultaneamente, tenendo conto della differenza di longitudine, in entrambe le parti dell’Atlantico.
Dicendo questo desidero, ovviamente, che si capisca come io stia esprimendo solo la mia propria opininione privata, e in nessun modo facendo sostenere questa opinione dall’autorità della Società la cui presidenza per il momento occupo. L’Astronomical Society riceve con ugual gioia l’informazione di avanzamenti fatti in questa scienza da qualunque parte siano emanati, e concede la ricompensa della sua approvazione alla diligenza, devozione, e talento, con uguale sollecitudine dovunque le trovi – ma declina di entrare in delicate questioni di personale o nazionale priorità, e, ne sono certo, con enfasi sconfesserà l’assunzione di qualsiasi titolo per stabilire norme autorevoli per la guida delle decisioni degli uomini in tali questioni.

Oggi le fonti normalmente assegnano come data di scoperta il giorno 16 settembre, cioè quello della prima osservazione nota, compiuta da George Philips Bond. Però mi pare che nessuno consideri solo lui come scopritore: gli viene affiancato il padre, William Cranch Bond, perché insieme si resero conto che si trattava di un satellite. Molte fonti aggiungono il nome di William Lassell, nonostante la differenza di data.

Alcuni ritengono che il satellite sia stato intravisto da William Herschel, che però non si rese conto della sua natura.