01.08.08 – Francesi indignati


Il giorno 10-09-1846 John Herschel, figlio dello scopritore di Urano, pronunciò il discorso di commiato come Presidente della British Association for the Advancement of Science. Nella rassegna degli eventi scientifici, che avevano caratterizzato il periodo del suo mandato, avrebbe detto delle parole che divennero famose, tanto che poi furono riportate da varie fonti con delle discordanze. Lo stesso Herschel si lamentò di questo fatto, e nacque il dubbio sulla realtà stessa dell’episodio, che non è registrato nei rapporti della riunione. Il primo ottobre, in una lettera al settimanaleThe Athenaeum, pubblicata il giorno 3 (p. 1019, No. 988) con il titolo “Le Verrier’s Planet”, Herschel ribadì quella frase famosa:

riprodotta in “A Budget of Paradoxes” di A. de Morgan {B-0070.01_.1915} p. 385 Nel mio discorso alla British Association riunita in assemblea a Southampton, nell’occasione di lasciare la carica Sir R. Murchison, affermai, fra gli eventi astronomici notevoli degli ultimi dodici mesi, che era stato aggiunto un nuovo pianeta alla nostra lista, – aggiungendo – è stato fatto di più, ci è stato dato la probabile prospettiva della scoperta di un altro. Lo vediamo come Colombo vide l’America dalle costa della Spagna. I suoi movimenti sono stati percepiti, tremolanti lungo la vasta linea della nostra analisi, con una certezza di poco inferiore alla dimostrazione oculare. Queste espressioni non sono riportate in nessuno dei documenti che pretendono di rendere conto dei lavori, ma mi rivolgo a tutti i presenti per sapere se non siano state utilizzate. Permettetemi di esporre le ragioni di questa fiducia e, nel farlo, di richiamare l’attenzione su alcuni fatti che meritano di essere annotati nella storia di questa nobile scoperta. Il 12 luglio 1842, il compianto illustre astronomo Bessel mi onorò di una visita presso la mia attuale residenza. La sera di quel giorno, conversando del grande lavoro di riduzione planetaria intrapreso dall’Astronomer Royal – allora in corso e poi pubblicato – M. Bessel osservò che i moti di Urano, come aveva accertato esaminando attentamente le osservazioni registrate, non potevano essere spiegati dalle perturbazioni dei pianeti noti; e che le deviazioni superavano di gran lunga qualsiasi possibile limite di errore di osservazione. In risposta alla domanda se le deviazioni in questione non potessero essere dovute all’azione di un pianeta sconosciuto, affermò di ritenere altamente probabile che fosse così, essendo sistematiche e tali da poter essere prodotte da un pianeta esterno. Gli chiesi quindi se avesse tentato, in base alle indicazioni fornite da queste perturbazioni, di scoprire la posizione del corpo sconosciuto, in modo da poter sollevare un clamore. Dalla sua risposta, di cui non ricordo le parole, dedussi che non si era ancora addentrato in quell’indagine; ma si propose di farlo, avendo ormai completato alcuni lavori che gli avevano occupato troppo tempo. E, di conseguenza, in una lettera che ricevetti da lui dopo il suo ritorno a Königsberg, datata 14 novembre 1842, dice: “In riferimento alla nostra conversazione a Collingwood, vi annuncio (melde ich Ihnen) che Urano non è dimenticato”. Senza dubbio, quindi, tra le sue carte si troveranno alcune ricerche sull’argomento. I notevoli calcoli di M. Le Verrier – che hanno indicato, come appare ora, quasi la vera situazione del nuovo pianeta, risolvendo il problema inverso delle perturbazioni – se non corroborati dalla ripetizione dei calcoli numerici da un’altra mano, o dall’investigazione indipendente da un’altra parte, potrebbero difficilmente giustificare una fiducia così forte come quella che è contenuta nella mia espressione a cui ho alluso sopra. Ma mi era noto, a quel tempo, (prenderò la libertà di citare l’Astronomo Reale come mia fonte) che una simile investigazione era stata intrapresa, arrivando ad una conclusione della situazione del nuovo pianeta quasi esattamente coincidente con quella a cui era arrivato M. Le Verrier (in totale ignoranza delle sue conclusioni), da un giovane matematico di Cambridge, Mr. Adams, che perdonerà, io spero, la menzione del suo nome (l’argomento essendo di un grande momento storico), – e che, senza dubbio, nel tempo e modo opportuno, metterà i suoi calcoli davanti al pubblico.

Riguardo alla frase che citava Colombo, J. Herschel si lamentò che il testo riportato dai giornali non fosse conforme, ma Airy affermò che in un giornale inglese letto nel Continente trovò il testo esatto. Dopo aver letto Athenaeum, un corrispondente di Herschel, l’irlandese John Stevelly, l’8 ottobre gli scrisse che si ricordava benissimo di averle sentite all’assemblea, e si rammaricava che non fossero state messe agli atti . Quando si diffuse la notizia della scoperta del nuovo pianeta, il discorso di Herschel a Southampton fece scalpore, perché venne preso per un velato preannuncio di cosa stava per riservare la ricerca “segreta” compiuta da Challis, della quale solo Herschel e pochi altri erano al corrente. Faccio notare che la teoria del pianeta transuraniano di Leverrier era nota anche al grande pubblico; ad esempio, il 4 agosto 1846 era apparso sul quotidiano “The Times” un articolo intitolato “The New Planet”

Siccome Airy era assente (il 5 ottobre sarebbe stato da Schumacher, dir. di Astronomische Nachrichten, ad Altona, e sarebbe ritornato a Londra il giorno 11), l’astronomo senior di Greenwich, James Glaisher, si incaricò di scrivere un annuncio a The Illustrated London News il 1° ottobre, semplicemente dicendo che il pianeta era stato scoperto in accordo alle previsioni di Leverrier (Kollerstrom ). Due giorni più tardi, scrisse un’altra lettera in cui spiegava che circa 4 mesi fa sia Adams che Leverrier avevano concluso, independentemente, da calcoli teorici la posizione del pianeta perturbatore. Questi due matematici, concordarono nel fissare 325° di longitudine eliocentrica come la più probabile posizione del pianeta perturbatore … , che fu trovata quasi esattamente vera. Riportò anche la frase sembra avere un disco di Challis. Le parole di tale lettera sono praticamente uguali a quelle della lettera di Challis al Cambridge Chronicle, che fu pubblicata a Cambridge il giorno 3, per cui ci deve essere stato un collegamento fra Challis e Glaisher:

Kollerstrom La scoperta di questo pianeta è, forse, il più grande trionfo della scienza astronomica che sia mai stato registrato. Il merito è principalmente dovuto all’Astronomia Teorica. Circa quattro mesi fa, Mr. Adams, del St. John’s College, e M. Le Verier, un eminente matematico francese, conclusero indipendentemente da calcoli teorici, che le anomalie che da lungo tempo si sapevano esistere nel moto del pianeta Urano, potevano essere spiegate supponendo un pianeta perturbatore che si muove in un’orbita al doppio della distanza dal Sole. Questi matematici concordarono nel fissare come 325° di longitudine eliocentrica la più probabile posizione del pianeta supposto, che risultò essere poco differente dalla reale posizione. Le Verrier più recentemente ha dedotto, da una una analisi molto profonda ed elaborata, che la massa del pianeta perturbatore sta a quella di Urano nella proporzione di 5 a 2 (un risultato al quale anche Mr. Adams era arrivato continuando le sue ricerche), e che di conseguenza può presentare un disco discernibile in potenti telescopi. ….
Essendo stato anticipato nella scoperta di questo pianeta, non ho bisogno di dare dettagli sugli sforzi che ho fatto per trovarlo. Mi sia permesso, tuttavia, di affermare per gli ultimi due mesi sono stato occupato a mappare le stelle nei dintorni della posizione probabile, un metodo che, benchè lento, avrebbe dovuto alla fine risultare di successo. L’ultima investigazione di Leverier venne a mia conoscenza il 29 settembre. Nella sera di quel giorno io osservai rigorosamente in accordo con i suoi suggerimenti, e in mezzo ad un vasto numero di stelle che passarono attraverso il campo di vista (ingrandimento 160), ne scelsi solo una, rispetto alla quale ordinai al mio assistente di scrivere, “sembra che abbia un disco”. Quello era il pianeta. Prima che avessi l’opportunità di verificare il mio sospetto, la notizia della scoperta mi raggiunse.

Challis scrisse una lettera ad Arago (12 ottobre 1846), di cui non esiste più l’originale, ma solo la traduzione francese, pubblicata in Comptes Rendus23, p. 715 (1846):

{A-0080.0023_.0015.18461012-0715_0716} p. 715 Il 29 luglio scorso, cominciai a preparare la carta delle stelle situate nella vicinanza della regione dove la teoria ha segnato la posizione probabile del pianeta; volevo servirmene per la ricerca di questo astro. Non avevo ancora spinto il lavoro sino alla posizione reale del pianeta, quando ebbi conoscenza, il 29 settembre, atrraverso il n° 662 del giornale dell’Istituto, dei risultati delle ultime ricerche di M. Le Verrier. Mi conformai strettamente ai suggerimenti di questo astronomo, attenendomi ai limiti che aveva indicato. Feci uso del grande cannocchiale di questo osservatorio, chiamato rifrattore Northumberland, e di un ingrandimento di 170 volte. Fra più di 300 stelle di cui notai approssimativamente la posizione, fra quelle che passarono nel campo visivo, una solo, fissò la mia attenzione. Invitai dunque il mio assistente che teneva la penna, di scrivere questa nota: sembra avere un disco. Era il pianeta. Secondo la mia stima, mi sembrò essere classificata, quanto a splendore, nella 8a o 9a grandezza. Ecco la sua posizione approssimativa:
29 settembre 10h10m, t.m. di Greenwich A.R. 21h52m48.9s, decl. 13°26’30”
La notte seguente, non ebbi occasione di verificare la mia supposizione, e il 1° ottobre mi pervenne la nuova scoperta del Dr. Galle.
I fatti che ho citato, confermano, in maniera notevole, l’esattezza di questa conclusione di M. Le Verrier, tratta da conclusioni teoriche, che con dei buoni telescopi, il pianeta avrebbe potuto essere scoperto dal suo aspetto fisico. Mi è sembrato che comunicandolo all’Académie des Sciences, avrei fatto una cosa di gradita.

Challis ebbe il coraggio di citare Adams! Gli astronomi francesi supposero ragionevolmente che la ricerca fosse stata basata sulla memoria di Leverrier, e presero la comunicazione di Challis come una conferma indipendente di quella di Galle. Anche Airy impiegò del tempo prima di riuscire a parlare di Adams. Il 13 ottobre scrisse ad Herschel, avvertendolo che aveva intenzione di scrivere una cominicazione su tutta la storia, supponendo di poter ottenere da Adams e Challis il consenso a riprodurre le loro lettere. Kollerstrom

Il giorno dopo, Airy affrontò Leverrier. Simulando noncuranza, diede la notizia di calcoli indipendenti condotti in Inghilterra, inserendola in mezzo ad argomentazioni sul nome da dare al nuovo pianeta. Della storia del nome del pianeta mi occuperò più avanti; qui riporto l’allusione ai calcoli inglesi:

Centenaire de la naissance de U.-J.-J. Le Verrier {B-0113.00_.1911} p. 29 ➤ | Kollerstrom
Non so se siete a conoscenza di ricerche collaterali che sono state fatte in Inghilterra, e che hanno condotto precisamente agli stessi risultati dei vostri. Io penso probabile che sarò chiamato a dare un resoconto di esse. Se in questo io loderò qualcun altro io vi prego di non considerarlo in alcuna maniera come un’interferenza nei mio riconoscimento dei vostri diritti. Voi dovete essere riconosciuto, senza dubbio, come il reale predittore della posizione del pianeta. Posso aggiungere che le investigazioni inglesi, io penso, non furono estese come le vostre. Esse mi furono note prima delle vostre.

Lo stesso giorno in cui scrisse a Leverrier, Airy rispose ad una lettera di Challis datata 12 ottobre, in cui quest’ultimo descriveva le sue osservazioni, chiedendogli il permesso di pubblicare la loro corrispondenza precedente relativa al pianeta. Lo stesso giorno Airy fece la stessa richiesta ad Adams ( Kollerstrom ), però inviando la lettera al Rev. W. J. Adams. Nonostante ciò, la missiva arrivò a destinazione il 15 ottobre, ed Adams rispose il giorno stesso (nel postscriptum, riprese Airy per il suo lapsus: Mi permetto di ricordarvi che non ho ancora preso i voti.) Adams era d’accordo nel pubblicare la corrispondenza con Airy ed allegò alla sua lettera un elenco parziale degli elementi di Nettuno, ricavati dalle osservazioni di Challis del 4 e 12 agosto e da quelle fatte dopo la scoperta del pianeta fino al 13 ottobre; fece notare che i suoi ultimi calcoli, che avevano fatto ridurre il semiasse maggiore dell’orbita del pianeta, andavano nella giusta direzione. Kollerstrom

The Guardian, il giornale del Pan-Anglican Congress, pubblicato a Londra, per aumentare la tiratura parlava anche di importanti fatti scientifici, soprattutto astronomici; sul no. 25, p. 389 (14 Ottobre 1846) pubblicò l’articolo “Le Verrier’s Planet” in cui attribuiva nettamente il merito della scoperta a Le Verrier (Kollerstrom ) Leverrier apprezzò molto questo articolo, e il 16 ottobre scrisse al giornale, lamentandosi di quanto aveva scritto Herschel su Athenaeum. La lettera fu pubblicata il giorno 21:

riprodotta in The Observatory (1908) {A-0072.0031_.0399.19080800-0318_0321} p. 319  Tutti i miei risultati sono stati stampati da diversi mesi. Il pianeta era già stato trovato che M. Adams non aveva ancora stampato una sola linea sull’argomento. E ciò nonostante M. Herschel reclama … [Dopo alcune note sul numero delle precedenti scoperte scientifiche degli Inglesi, continuò:] Era dunque a M. Herschel – al figlio dell’illustre astronomo che ha scoperto il “Georgium Sidus” – prendere la parola contro di me? Non avrebbe dovuto ricordarsi che la Francia ha combattuto sino all’ultimo momento per lasciare a questo astro il glorioso nome di Herschel? E quando non ha temuto di stampare che il mio lavoro non sarebbe stato sufficiente per esigere la fiducia, non ha capito che partiva lui stesso, attento alla sua penetrazione scientifica, attaccando un lavoro che l’osservazione aveva appena confermato in modo così eclatante.

Leverrier rispose alla lettera di Airy il 16 ottobre, irritato dalla lettera di Herschel in The Athenæum, che considerava molto cattiva e molto ingiusta per me. Si sentiva molto offeso dal fatto che Herschel aveva affermato che non si sarebbe espresso con tanta sicurezza a Southampton se non fosse stato corroborato dalla coincidenza dei risultati di Adams. Diede un succinto resoconto storico delle sue pubblicazioni sul soggetto e, in connessione con il saggio del 1° giugno, si riferì alla lettera di Airy del 26 giugno, che secondo lui mostrava che a quell’epoca questi non aveva una precisa conoscenza della posizione del pianeta, e che anzi si era stupito che egli (Leverrier) lo avesse posto in quella posizione, perché cosí situato non gli sembrava rendere conto delle inesattezze del raggio vettore. Rispetto ad Adams egli scrisse:

Centenaire de la naissance de U.-J.-J. Le Verrier {B-0113.00_.1911} p. 32  | Kollerstrom Perchè Mr. Adams avrebbe mantenuto il silenzio per quattro mesi? Perchè non avrebbe parlato già dal mese di luglio, se avesse avuto delle buone ragioni da dare? Perchè attendere che l’astro fosse stato visto con i cannocchiali?… È sufficiente aver intrapreso ricerche su un soggetto per pretendere di condividere il risultato? In questo caso Mr. Adams ed io troveremo molti competitori in Francia che avranno molta precedenza di data.

E se Challis aveva usato i dati di Adams, perchè questi aveva citato solo il nome di Leverrier nella sua lettera del 5 ottobre? Leverrier non poteva immaginare quanto queste domande potessero essere imbarazzanti per Airy e gli chiese di intercedere per lui e difendere i suoi diritti, affermando di avere documenti provanti che il 28 e 29 settembre Challis stava ancora cercando il pianeta “sulle mie indicazioni”. Airy rispose il 18 ottobre. Dopo aver espresso il suo rammarico per il fatto che Leverrier fosse rimasto così turbato dalla lettera di Herschel in Athenæum, aggiunse: Sono convinto che vi renderete conto che non vi è stata fatta alcuna vera ingiustizia; spero che riceverete questa mia il più presto possibile, poichè non ho esitato ad esprimere ad altri, come del resto a voi, il mio più profondo convincimento sullo straordinario valore delle vostre ricerche sull’argomento.

Herschel rimase costernato dall’indignazione di Leverrier, e lo scrisse in una lettera a The Guardian del 28 ottobre (No. 27, p. 421):

riprodotta in The Observatory (1908) {A-0072.0031_.0399.19080800-0318_0321} p. 320  | Kollerstrom Mi rincresce profondamente che M. Le Verrier abbia trovato causa di lamentela o offesa nella mia comunicazione in Athenæum. Nulla fu più lontano dalla mia intenzione che detrarre la gloria della sua nobile scoperta, o strappare una foglia dalla corona che ha così onorabilmente vinto. Il premio è suo secondo tutte le regole di un giusto giudizio, e non vi è uomo in Inghilterra che che invidierà il suo possesso… Aggiungerò solo che che ho ricevuto questa mattina una nota da Mr. Adams sull’argomento, così piena di buoni sentimenti, così priva di presunzione, così cordialmente riconoscente la priorità nella scoperta di M. Le Verrier che mi rammarico solo di non aver avuto il tempo di richiedere il permesso di annetterla.

Il 16 ottobre Challis scrisse al Cambridge Chronicle puntualizzando il fatto che Adams aveva ottenuto una soluzione completa:

Kollerstrom Siccome la scoperta di un nuovo pianeta è giustamente considerata un’agomento di grande interesse scientifico, sono desideroso di correggere un’affermazione poco accurata contenuta nella mia lettera sul soggetto nel Chronicle del 3 ottobre. Scrivendo in fretta, senza consultare i miei appunti, e non avendo opportunità di comunicare con Mr. Adams, io dissi erroneamente che Mr. Adams e M. Le Verrier, circa quattro mesi fa, determinarono teoricamente la probabile longitudine eliocentrica del pianeta. Il fatto è, che nel settembre dello scorso anno Mr. Adams comunicò a me, e nel mese seguente all’Astronomo Reale, valori che aveva ottenuto non solo per la longitudine eliocentrica, ma anche per massa, longitudine del perielio, e eccentricità dell’orbita del supposto pianeta.

Il giorno prima Challis aveva scritto una lunga relazione dei fatti, che fu pubblicata in Athenaeum (No. 990, p.1069) il 15 ottobre.

[riprodotta in “A Budget of Paradoxes” di A. de Morgan, {B-0070.01_.1915}} p. 387 Il mio scopo immediato è mostrare, mentre l’attenzione del pubblico scientifico è più particolarmente diretta sul soggetto, che, rispetto alla sua notevole scoperta, gli astronomi inglesi possono rivendicare alcuni meriti. [Cita la prima soluzione del 1843, la richiesta di osservazioni del 1844, la soluzione del settembre-ottobre 1845] M. Le Verrier, in una investigazione che fu pubblicata nel giugno 1846, assegnò quasi esattamente la stessa longitudine eliocentrica del probabile pianeta di quella a cui era arrivato Mr. Adams, ma non diede risultati per la massa e la forma dell’orbita. La coincidenza nelle posizioni di due investigazioni totalmente indipendenti ovviamente ispirava fiducia; e l’Astronomo Reale poco dopo suggerì di usare il Northumberland telescope in questo osservatorio in una sistematica ricerca del pianeta ipotetico … [Parla delle osservazioni iniziate dal 29 luglio, usando una lista preparata da Adams, e senza fare uso di mappa stellare. Dice delle osservazioni del pianeta compiute, senza identificarlo, il 4 e 12 agosto] Da queste posizioni confrontate con le recenti osservazioni Mr. Adams ha ottenuto i seguenti risultati:

distanza del pianeta dal Sole 30.05
inclinazione dell’orbita 1°45′
longitudine del nodo ascendente 309°43′
longitudine eliocentrica, 4 agosto 326°39′

La presente distanza dal Sole è, quindi, 30 volte la distanza media della Terra; – che è un po’ meno di quanto la teoria aveva indicato. Gli altri elementi dell’orbita non potranno essere determinati finché le osservazioni non saranno state continuate per un periodo più lungo.

La beffa fu che in quello stesso giorno Challis seppe non della scoperta del pianeta, ma della soluzione finale di Leverrier. Fino a quel momento conosceva solo la stima della longitudine di circa 325°. Challis fu colpito dalla concordanza dei risultati delle previsioni di Adams e Leverrier (entrambi avevano stimato lo stesso diametro apparente), e per la prima volta prese in seria considerazione l’ipotesi che il pianeta fosse discernibile come un disco. Quella stessa sera esaminò una considerevole fascia in declinazione, facendo particolare attenzione all’apparenza fisica delle stelle luminose. Fra tutte le 300 stelle osservate, solo una attirò la sua attenzione, e ordinò al suo assistente di scrivere: Sembra che abbia un disco. Non ebbe il tempo di controllarlo più accuratamente ad un ingrandimento maggiore; la notte successiva, 30 settembre, a causa della presenza della Luna… le osservazioni non poterono essere ripetute.

Il Rev. William Towler Kingsley, fellow ed insegnante presso il Sidney Sussex College, raccontò un episodio interessante. Kingsley un giorno stava cenando con Challis al Trinity College, quando quest’ultimo, mentre descriveva le sue osservazioni, accennò al fatto di aver constatato una stella che sembrava avere l’aspetto di un disco. Kingsley gli chiese allora: Non sarebbe il caso di osservarla di nuovo con un più alto ingrandimento? Challis replicò: Certo, se salirete con me alla fine della cena le daremo un’occhiata. Quando i due raggiunsero l’Osservatorio era sereno. Si stavano dirigendo verso la cupola, quando Challis propose di andare a prendere un tè prima di iniziare le osservazioni. Questo ritardo risultò fatale: al loro ritorno il cielo si era annuvolato, e l’osservazione divenne impossibile. Purtroppo non esiste alcuna registrazione della data in cui tale fatto avvenne. Sebbene le prove indirette siano contraddittorie, la affermazione di Kingsley afferma che non solo Challis trascurò di seguire una preziosa indicazione ma anche che mancò la grande occasione della sua vita, sia nella seconda settimana di settembre sia nell’ultimo giorno del mese. Non si sa neppure quanto la storia di Challis sia fedele ai fatti. Il registo delle osservazioni di Challis per il 29 settembre riporta la frase: L’ultima (last one) sembrava avere un disco, con la parole ‘last one’ attraversate da una riga, come se avesse voluto correggerle. Altra versione della storia del te qui

Facciamo un passo indietro. Il primo ottobre giunse a Challis a sorpresa la notizia che il pianeta era stato scoperto già il 23 settembre, per cui si mise ad analizzare le 3150 posizioni di stelle che aveva registrato dal 29 luglio. Cominciò a confrontare le osservazioni fatte il 30 luglio (telescopio mobile) ed il 12 agosto (telescopio fisso), che, come abbiamo visto, terminavano con la stella n°39. Continuando il confronto delle osservazioni del 30 luglio e 12 agosto, trovò che la No. 49, una stella di 8a magnitudine nelle serie del 12 agosto, era mancante nelle serie del 30 luglio: essa era il pianeta, che era entrato nella zona fra il 30 luglio ed il 12 agosto. Dopo essersi accertato della posizione del pianeta il 12 agosto, dedusse facilmente che esso era anche fra le stelle di riferimento prese il 4 agosto. Challis aveva perciò registrato la posizione del nuovo pianeta per ben due volte nei primi 4 giorni di osservazione. Ci volle un attimo per verificare che l’oggetto che la notte del 29 settembre gli apparve di vedere sotto forma di un disco era il pianeta cercato. Challis, mortificato, il 1° ottobre comunicò al quotidiano Cambridge Chronicle la sua mancata scoperta del pianeta:

Il 19 ottobre Leverrier fece ad Airy una domanda imbarazzante:

Kollerstrom Sarete senza dubbio sorpreso di sentirmi dichiarare che avevo fra le mani una lettera di Mr. Challis, che dichiara che questo astronomo aveva cercato il pianeta basandosi sul mio lavoro. Come conciliarla con la lettera che ha pubblicato su Athenaeum? … Mi sarebbe impossibile immaginare che mentre Mr. Challis diceva bianco in Francia, diceva nero in Inghilterra.

Sempre il 19 ottobre Airy scrisse a Leverrier il fatto che se uno si doveva sentire danneggiato, questi doveva essere Adams.

Centenaire de la naissance de U.-J.-J. Le Verrier {B-0113.00_.1911} p. 34  | Kollerstrom In ottobre o novembre 1845 ricevetti da Mr. Adams una notifica che le perturbazioni potevano essere spiegate supponendo l’esistenza di un altro pianeta, di cui mi diede gli elementi. Poco dopo gli rivolsi la stessa domanda che poi rivolsi a voi, cioè se l’errore del raggio vettore fosse spiegato dallo stesso pianeta perturbatore. Non so se un qualche incidente impedì ad Adams di ricevere la mia lettera: ad ogni modo, non mi diede risposta. Se mi avesse risposto, mi sarei affrettato a pubblicare immediatamente le sue investigazioni. Nel giugno 1846 ricevetti in numero dei Comptes Rendus contenente le vostre investigazioni: fui stupefatto e lietissimo di trovare che gli elementi erano quasi gli stessi e la presente posizione apparente del pianeta perturbatore quasi la stessa di quella data dalle investigazioni di Mr. Adams. [Parla della riunione del Board of Visitors del 29 luglio, presenti Herschel e Challis]. Sono fiducioso che vedrete ora che sir John Herschel fu giustificato in ogni espressione che ha usato. Ma, mio caro Signore, voi vi ritenete sorpreso che si possa supporre che i risultati delle investigazioni matematiche richiedano conferma. Se una persona ha ragione di lamentarsi di questo, sarebbe Mr. Adams: perché attendemmo finché i risultati di Mr. Adams furono confermati dai vostri, non finché i vostri furono confermati da Mr. Adams.

Nello stesso giorno in cui Airy scriveva questa lettera, nella sala dell’Accademia delle Scienze di Parigi ebbe luogo una riunione fuori dal comune (riportata su Comptes Rendus, 19.10.1846, p.741). Arago espose un bellicoso “Examen des remarques critiques et des questions de priorité que la découverte de M. Le Verrier a soulevées” [Esame delle note critiche e delle questioni di priorità che la scoperta di M. Le Verrier ha sollevato] {A-0080.0023_.0016.18461019-0741_0754} p. 741 

Dopo aver parlato di diverse questioni, come gli astri di Cacciatore e Wartmann, Arago arrivò alla questione spinosa delle priorità. Lesse la traduzione francese di tre lettere: Herschel ad Athenaeum (1.10.1846), Airy a Leverrier (14.10.1846), Challis ad Athenaeum (15.10.1846). Arago disse che Adams non aveva pubblicato né comunicato pubblicamente nulla, per cui non aveva alcun titolo per comparire nella storia della scoperta del pianeta. Quanto ad Herschel, scrisse che i calcoli di Leverrier dovevano essere verificati: e allora perché aveva accettato quelli di Adams, di cui aveva solo sentito parlare vagamente?
Arago non mise in dubbio che Airy avesse ricevuto dei calcoli di Adams, ma di che natura, di quale importanza? La domanda sugli errori del raggio vettore fatta a Leverrier il 26 giugno dimostrava che l’Astronomo Reale non credeva che l’azione di un pianeta li potesse spiegare, nonostante i lavori di Adams, che quindi dovevano essere degli abbozzi informi, di cui non si fidava neppure l’autore, che non avendo risposto ad Airy. Challis fu screditato per aver dato due versioni dei fatti: il nome di Adams, che non figurava nella prima missiva, era diventato prominente nella seconda.

{A-0080.0023_.0016.18461019-0741_0754} p. 754  M. Challis esagera talmente il merito del lavoro clandestino di M. Adams, che attribuisce, ad un certo punto, al giovane geometra di Cambridge il diritto di dare un nome al nuovo astro. Questa pretesa non sarà accolta. Il pubblico non deve niente a chi non gli ha insegnato niente, a chi non gli ha reso alcun servizio. Ma come! M. Le verrier ha messo tutto il mondo degli studiosi in confidenza con le sue ricerche; ciascuno ha potuto vedere il nuovo pianeta, spuntare sotto le prime formule del nostro sapiente compatriota, svilupparsi poi rapidamente, e apparire presto in tutto il suo splendore; e oggi si chiamerebbe a partecipare di una gloria così legalmente, così legittimamente acquisita, un giovane che non ha comunicato niente al pubblico e i cui calcoli, più o meno incompleti, sono, a parte due eccezioni, totalmente sconosciuti negli Osservatori d’Europa!
No! no! gli amici della scienza non permetteranno che una così palese ingiustizia si consumi! Dei giornali, delle lettere che ho ricevuti da diversi scienziati d’Inghilterra, mi provano che, anche in quel paese, i diritti così rispettabili del nostro compatriota troveranno degli zelanti difensori. M. Adams non ha diritto di figurare, nella storia della scoperta del pianeta Le Verrier, né con una citazione dettagliata, né pure con la più leggera allusione. Agli occhi di ogni uomo imparziale, questa scoperta resterà uno dei più magnifici trionfi delle teorie astronomiche, une delle glorie dell’Accademia, uno dei più bei titoli del nostro paese alla riconoscenza e all’ammirazione della posterità.

La stampa francese subito dopo il discorso di Arago si impadronì del caso. Il 21 ottobre “L’Univers” attaccò violentemente l’Inghilterra, denunciando un’odiosa invidia nazionale, che sembra destinata a non lasciarci l’ultima parola. {A-0233.1846_.0018.18461021-0001_0003}

Le National dello stesso giorno con l’articolo “Le Vol à la Planète” iniziò una campagna di stampa che sarebbe continuata per un intero mese, accusando gli inglesi di ‘trattare la Francia come una nazione stupida, Arago come un impostore ed i nostri scritti come articoli non degni di fede’, il tutto coronato dal glorioso ritornello: ‘Adams e l’Inghilterra per sempre’. L’articolo conteneva le parole durissime: Il fatto è che i tre primi astronomi della Gran Bretagna hanno organizzato a proprio agio un miserabile complotto per rubare la scoperta di M. Le Verrier… Non solo, M. Adams non possedeva dei calcoli inglesi simili a quelli di M. Le Verrier … Ecco per il periodo che ha preceduto la verifica definita delle predizioni di M. Le Verrier, tutti i documenti emanati delle osservazioni inglesi.

Il 21-10-1846 il giornale inglese The London Guardian pubblicò “Le Verrier’s planet”, che riportava una lettera di Le Verrier, datata 16 ottobre: Il pianeta era già scoperto, prima che Mr. Adams avesse stampato una riga sull’argomento… Quando non si fece scrupolo di mettere per iscritto che i miei calcoli non erano sufficienti a conquistare la sua fiducia, non si rese conto che stava portando discredito alla sua stessa penetrazione scientifica, quando attaccava un calcolo… Tra gli uomini di scienza di diversi paesi dovrebbe rimanere solo quella rivalità amichevole che, in quanto portatrice di beneficio alla scienza, lungi dal ostacolare, non fa che cementare la sincera e fraterna amicizia di coloro che la coltivano. Il 28 ottobre sullo stesso giornale apparve la replica di Herschel datata 25 ottobre. Cercando di calmare gli animi, Herschel riferì di aver ricevuto recentemente una lettera da Adams, riconoscendo candidamente la priorità di Le Verrier nella scoperta. Forse fu una bugia, perché non c’è alcuna traccia di questa lettera (non figura neppure nei diari di Herschel). Continuò:

La storia di questa grande scoperta è quella del pensiero in una delle sue più alte manifestazioni, della scienza in una delle sue applicazioni più raffinate. Vista così, offre un interesse più profondo di qualsiasi questione personale. In proporzione all’importanza di questo passo, è sicuramente interessante sapere che più di un matematico è stato trovato capace di compierlo. Il fatto, così affermato, diventa, per così dire, una misura della maturità della nostra scienza; né riesco a concepire nulla di meglio di tale circostanza per instillare nella mente comune il rispetto per la massa di fatti, leggi e metodi accumulati, così come esistono attualmente, e per la realtà e l’efficacia delle forme in cui sono stati plasmati. Abbiamo bisogno di un promemoria di questo tipo in Inghilterra, dove la mancanza di fede nelle teorie superiori è ancora, in una certa misura, la nostra debolezza dominante.

Questo il suo discorso edificante. Ma sei suoi diari scrisse: Scritto all’editore di The Guardian in risposta alla lettera selvaggia di LeVerrier. Questi francesi ci attaccano come gatti selvatici.

Il 23 ottobre Arago pensò di scusarsi con Airy delle affermazioni troppo forti contenute nell’articolo: Un giornalista ha reso conto della nostra seduta, in dei termini che hanno eccitato la mia più viva indignazione. Kollerstrom
Il 26 ottobre Airy ringraziò Arago delle sue precisazioni, anche se si disse scandalizzato di come delle lettere private fossero finite in pasto alla stampa. Cercò anche di giustificare le contraddizioni di Challis (Kollerstrom ). Lo stesso giorno scrisse alla rivista Athenaeum (la lettera fu pubblicata il 31 ottobre, p. 118, No. 992).

Arago aveva mosso almeno un giusto appunto ad Adams: la sua ricerca non era apparsa in alcuna pubblicazione. Alcuni anni più tardi, quando le acque si calmarono, non disconobbe più i meriti scientifici di Adams, ma lo accusò di aver comunicato solo con gli inglesi, e solo per lettera. Airy stava ancora tentando di riconciliare le due parti. Scrisse a Leverrier il 21 ottobre chiedendo scusa per la lettera di Challis a The Athenæum e spiegò che questa aveva il solo scopo di informare l’opinione pubblica del lavoro portato avanti da Adams. Come il solito, questa lettera fu pubblicata e nel contempo attaccata brutalmente dalla stampa francese. Centenaire de la naissance de U.-J.-J. Le Verrier {B-0113.00_.1911} p. 36 
Il giorno 23 Leverrier gli scrisse che apprezzava le sue precisazioni, ma preferiva non parlare più della doppia faccia di Challis. [ Centenaire de la naissance de U.-J.-J. Le Verrier {B-0113.00_.1911} p. 38  ] Il 26 ottobre Airy scrisse a Leverrier puntualizzando il fatto che niente riguardo al nuovo pianeta era stato pubblicato con il suo nome ed espresse pura sorpresa per la cattiva opinione che Leverrier si era fatto di Challis, in quanto quest’ultimo non aveva mai messo in dubbio la sua priorità nella scoperta.

Il 21 ottobre 1846 Challis scrisse un articolo pubblicato su Astronomische Nachrichten No. 583 pp. 101-106 {A-0073.0025_.0583.18461126-0101_0106}
Lo scritto di Challis è interessante, soprattutto alla fine, ma, dato il clima di allora, non occorre dire che non fu per niente apprezzato. Un Accademico francese, Joseph Bertrand, presentò una memoria dal titolo “Sur des erreurs graves commises par un géomètre étranger” (Comptes Rendus, 23, 23-10-1846, p. 827-832 . Gli erano banali, ma Bertrand scrisse in drammatizzando: Ho l’onore di mandare a l’Académie alcune note relative a diverse memorie matematiche di M. Challis, che contengono degli errori talmente gravi, che mi è parso utile segnalarli, nel timore che la posizione scientifica del loro autore non porti alcune persone ad adottarli senza esame … Il 23-11-1846 Airy scrisse a Sheepshanks: Mi dispiace vedere che il sentimento dei francesi nei confronti di Challis si traduce in odio. Le opinioni di Challis (sulla meccanica) sono state attaccate nell’ultimo Compte Rendu. … perfettamente irreale.

Come ho detto in un capitolo precedente, nel novembre 1846 Airy, Challis e Adams presentarono contemporaneamente le loro memorie. Ciò ovviamente non servì a placare istantaneamente le polemiche. Il 17 novembre “L’Illustration” pubblicò cinque caricature di Adams, realizzate da “Cham” (Amédée Charles Henri vicomte de Noé, 1819-1879).

Su The Athenaeum (31 ottobre 1846, p. 1117, No. 992) apparve un’editoriale di Augustus de Morgan [ Kollerstrom ], e un altro il 5 dicembre (The Athenaeum, p. 1245-6, 6 [ Kollerstrom ]: tale editoriale non era firmato, ma la moglie di de Morgan, Sophie, svelò questo fatto nella sua biografia).

Se ottobre fu il mese delle dure campagne di stampa dei francesi, novembre fu quello della resa dei conti ufficiale dei tre protagonisti inglesi della vicenda. Il 3 novembre Challis espresse ad Airy la sua preoccupazione per il rapporto che doveva preparare [ Kollerstrom ]; anche Herschel, che fino allora aveva difeso le ragioni degli astronomi inglesi, in una lettera a W.Whewell (6 novembre 1846) dichiarò che non era più disposto ad esporsi pubblicamente [ Kollerstrom ]. Ecco una lettera di J.R.Hind al Rev. R.Sheepshanks (12 novembre 1846) [ Kollerstrom ].